giovedì 5 dicembre 2019

SAPONE TIPO "DOVE"

Sapone tipo "Dove"
Indubbiamente le giornate uggiose sono sempre di grande ispirazione per un saponaio e, mentre rifai un po' d'ordine in casa, ritrovi un piccolo timbro col simbolo della colomba. Cosa ti viene in mente d'istinto? Ovviamente un sapone che abbia le caratteristiche del famoso Dove.

SAPONE TIPO "DOVE"
sconto 6%
  • 550 g olio d'Oliva non EVO
  • 200 g olio di Cocco
  •   50 g olio di Ricino
  •   50 g burro di Karité
  • 100 g Acido stearico puro al 98%
  •   50 g Glyceryl stearate SE
  •   25 g Sodio lattato
  • 455 g Acqua demineralizzata
  •   30 g Sodio citrato
  •     4 g Sodio gluconato
  •   95 g NaOH (70%)
  •   63 g KOH tit. 90% (30%)
  •   20 g Fragranza Davinia GM
Procedimento: Sciogliere tutti i grassi saturi e unirli successivamente agli oli insaturi frullando con minipimer. Unire anche il sodio lattato e mescolare nuovamente.
Munirsi di tutti i DPI e preparare la soluzione caustica facendo sciogliere prima i sequestranti e poi gli alcali. Far raffreddare a temperatura ambiente la soluzione caustica che non dovrà superare i 37°C prima di versarla nei grassi.
Mentre la soluzione caustica si raffredda, aggiungere la fragranza negli oli e frullare con minipimer per amalgamare il tutto.
Unire a questo punto la soluzione caustica fredda nei grassi e cominciare a mescolare energicamente con un mestolo. Man mano che si lavora, il composto si ammorbidisce, tanto da permettervi di omogeneizzare perfettamente l'impasto che risulterà cremoso, consistente, ma non ammassato. Ora  potete colare il vostro sapone in uno stampo e lasciarlo ben coperto da un plaid per 48 ore, magari accanto ad una debole fonte di calore per agevolare il gel.
Trascorsi due giorni, potete sformare il sapone e tagliarlo e timbrarlo secondo la vostra fantasia.

Sapone tipo "Dove"
Il sapone risulta bello bianco oltre che profumatissimo e produce un'abbondante schiuma soffice.

Schiuma prodotta dal sapone tipo "Dove"
Ovviamente la foto lascia un po' a desiderare considerando che è difficile utilizzare una sola mano per lo scatto, ma credo che renda abbastanza l'idea.
Nonostante io abbia utilizzato qualche ritaglio solo dopo 48 ore, le mie mani sono rimaste morbide e setose e non ho quel fastidioso senso di pelle che tira.

Sapone tipo "Dove"
Buon sapone a tutti.

Lalla


lunedì 7 ottobre 2019

IL FICO D'INDIA COME ALLEATO DI BELLEZZA

Pianta di Fico d'India

L'Opuntia ficus indica, ovvero il fico d'India, è un cactus  che cresce spontaneamente in tutta la macchia mediterranea, soprattutto nelle regioni più calde. Fiori,  frutti e cladodi , ossia le pale, sono preziosi alleati della pelle e dei capelli in quanto ricchi di fibre, sali minerali, pectine, vitamine, mucillagini ecc.

Fiori e frutti di fico d?india

Fiori di fico d'India

Frutto di fico d'India
Non tutti sanno che il fico d'India ha notevoli proprietà cosmetiche. Dai semi contenuti nei frutti si ricava un olio pregiatissimo spremuto a freddo con funzioni anti age, lenitive, fotoprotettive, idratanti ecc, addirittura più efficace dell'olio di Argan. Adatto per tutto il corpo, compresi i capelli, è un olio molto asciutto che non unge ed è in grado di essere adsorbito facilmente dalla pelle. Può essere utilizzato puro o in combinazione con altri ingredienti per la produzione di creme, lozioni, shampoo ecc.
I frutti si raccolgono tra agosto e settembre/ottobre. La loro polpa contiene due importantissimi antiossidanti come la betaina e la indicaxantina che contrastano la formazione di radicali liberi con effetti anti aging; inoltre l'azione vasocostrittrice del succo ha un effetto rassodante e tonificante.
Gli estratti dei fiori di fico d'india hanno proprietà anti acne e antiandrogeniche, ovvero si dimostrano particolarmente attivi per contrastare la caduta dei capelli dovuta principalmente alla produzione di sebo. I fiori che si raccolgono nel periodo primaverile, sono ricchi di isoramnetina, un flavonoide (polifenolo) che è in grado di convertire il testosterone in diidrotestorone che è la molecola che causa acne, calvizie ed irsutismo. I loro estratti sono indicati per tutti i tipi di pelle, soprattutto quelle mature, sensibili, stanche, asfittiche, acneiche con couperose ed occhiaie nonché per ridare tono ai tessuti del seno e décolleté e per attenuare le cicatrici. Gli estratti possono essere acquosi, sotto forma di idrolati, decotti e infusi ed utilizzati tali e quali come lozioni di bellezza, oppure sotto forma oleosa o anche essiccati e polverizzati per creare maschere di bellezza sia per la pelle che per i capelli. In questo caso hanno anche una delicata funzione esfoliante lasciando la pelle liscia e luminosa, prevenendo rossori ed occhiaie.

OLEOLITO DI FIORI DI FICO D'INDIA
  • una bella manciata di fiori freschi
  • olio di Mandorle dolci spremuto a freddo
Raccogliamo i fiori la mattina presto e poniamoli immediatamente in un barattolo di vetro dalla chiusura ermetica. Ricopriamoli con abbondante olio di Mandorle, chiudiamo il vasetto e conserviamo al buio per almeno 40 giorni ricordandoci di scuotere il contenitore di tanto in tanto.
Per chi avesse il Bimby si può procedere frullando i fiori a velocità 3/4; si aggiunge l'olio e si imposta l'elettrodomestico per 60 minuti, 37°C, velocità 2. Terminato il tempo, si versa il contenuto in un vaso di vetro, si chiude e si lascia macerare per altri 7 giorni prima di filtrare e conservare.

MASCHERA VISO AI FIORI DI FICO D'INDIA
  • una bella manciata di fiori di fico d'India essiccati e polverizzati
  • un cucchiaio colmo di farina di Tapioca o farina di Avena
  • idrolato di fiori di Fico d'india q.b. per creare una pappetta
Mescolate tutti gli ingredienti cercando di ottenere una pastella che andrete ad applicare sul viso. Lasciate agire per circa 15 minuti prima di asportarla con acqua leggermente tiepida.

MASCHERA PER CAPELLI AL FICO D'INDIA
  • Una bella manciata di fiori di fico d'India essiccati e polverizzati
  • 1/2 cucchiaio di oleolito di fiori di fico d'India oppure un cucchiaio di olio di fico d'India
  • gel di pala di fico d'India q.b. per ottenere una pappetta
  • polvere di Henné (facoltativa)
Mescolate tutti gli ingredienti sino ad ottenere una pastella che andrete a spalmare sui capelli dopo lo shampoo. Lasciate agire almeno per 40 minuti prima di passare al risciacquo.


Dai cladodi si estrae un gel mucillaginoso dalle notevoli proprietà cosmetiche in grado di catturare e trattenere l'acqua. Questi vanno raccolti categoricamente in primavera quando sono belli succulenti poiché dopo l'estate risultano molto fibrosi e asciutti in quanto hanno donato il loro prezioso fluido ai frutti. Le mucillagini contenute nelle pale di fico d'India, ricche di acido piscidico hanno spiccate funzioni cicatrizzanti e, infatti, venivano utilizzate ampiamente sin dai tempi antichi dalle donne che lavoravano in campagna, le quali spalmavano il gel puro sulla pelle per proteggerla dai raggi solari, per nutrirla, per idratarla, per trattare le ferite, le ustioni e le punture di insetto. Studi recenti hanno dimostrato le funzioni terapeutiche di tale gel, tanto è vero che oggigiorno è usato come sostanza funzionale in moltissimi cosmetici, tra cui shampoo, balsamo, gel per capelli, saponi e creme con attività fotoprotettiva, idratante antiossidante e riepitelizzante
L'estrazione del gel dalla pala di fico d'India non è difficile perché, a differenza dell'Aloe, non bisogna lavorare al buio per paura di una ossidazione repentina. Oltretutto dal gel di cladodi non si elimina alcun principio attivo come invece accade per l'Aloe che per essere commercializzata deve essere privata dell'aloina.

GEL DI PALA DI FICO D'INDIA

Innanzitutto con guanti appositi raccogliamo le pale che metteremo a bagno in acqua tiepida per ammorbidire eventuali spine. Poi con una piccola retina,  spazzolina o batuffolo di lana vergine, strofiniamo per eliminare le spine.

Pala di fico d'India

Ora non ci rimane che sbucciare la pala e ricavare la succulenta polpa.

Pala tagliata a pezzi

Tagliamo la pala per facilitare l'eliminazione della buccia.

Pala da sbucciare

Con un coltello affilato dalla lama liscia cerchiamo di eliminare la buccia lasciando intatta la polpa.

Polpa di pala di fico d'India

tagliamo a cubetti la polpa e introduciamola in un frullatore (in questo caso io ho usato il Bimby, ma va bene anche una centrifuga o estrattore).

Polpa da frullare

Frulliamo la polpa sino ad ottenere un omogeneizzato.

Polpa frullata
Dopo di che passiamo a filtrare in più mandate perché la polpa così ottenuta è ricca di fibre.

Polpa da filtrare
Quando otterrete un liquido privo di impurità e cristallino potete conservarlo in vaschette di ghiaccio da congelare ed usare al momento opportuno, oppure addizionarlo con un pizzico di gelificante (come xantana, sodio alginato, carragenine ecc.) e opportuno preservante per poterlo conservare in bottiglie scure con chiusura ermetica.

Gel di pala di fico d'India
Il gel così ottenuto può essere utilizzato tale e quale, ovvero puro sulla pelle, oppure come sostanza funzionale inserita nei vostri cosmetici home made.
Abbiamo davvero un elisir di bellezza fra le mani quindi perché non sfruttare questo preziosissimo dono della Natura? Come avrete capito del fico d'India non si butta proprio nulla e...tutta la pianta è commestibile: cladodi, fiori e frutti.
Personalmente sono intollerante all'Aloe che purtroppo mi ha sempre scatenato forme di dermatite da contatto, ma da quando anni fa ho scoperto le proprietà del gel di pala di fico d'India non mi son più creata problemi...mi dispiace solo non avere a disposizione, qui in Toscana, quelle bellissime piante che caratterizzano il paesaggio Salentino.
Ringrazio di cuore  mia cugina Lucia e Giorgia che mi hanno fornito le foto della pianta scattate nel Salento  e poi ringrazio Ioni Ranno che mi ha fornito le pale di fico d'India siciliane.
Le bucce le ho sfruttate per produrre un sapone strepitoso!
Vi auguro una buona lettura

Lalla

mercoledì 2 ottobre 2019

TIMO FENÊTRE SEDATIVO DELLA TOSSE


TIMO FENÊTRE Sedativo della tosse
Lo scorso Giugno ho avuto nuovamente il piacere di trascorrere un bel mesetto in Val d'Aosta, ospite di Eleonora. Tra le tantissime cose che abbiamo realizzato insieme, non è mancato il tempo per le nostre escursioni montane. Un giorno, insieme a Lara e i suoi due meravigliosi bambini,  siamo partite da Estoul per raggiungere una "baita" (che in realtà è un rifugio, ma che io mi ostino a definirla baita) in cima all' Alpe Fenêtre, posto magnifico ai 2083 metri, che lascia senza fiato nel vero senso del termine.

Alpe Fenêtre

Eleonora e Lara sembravano due gazzelle e continuavano a chiacchierare senza alcuna difficoltà; i bimbi facevano la salita giocando con un pallone ed io che, invece, esalavo gli ultimi respiri 😂 e mi tenevo almeno a tre metri di distanza da loro perché non riuscivo a tenere il passo.
Ad un certo punto Lara va via ed io con Eleonora abbiamo continuato a camminare (tutto in salita!) sino a raggiungere la "baita" dove la mia carissima amica si è fermata a raccogliere le sue amate violette di montagna che, tra l'altro le sono state mangiate tutte dalla sua gattina Guinness 😂.
Io non avevo più fiato ed ero ferma in un punto ostinandomi a raccogliere solo Tarassaco, bacche di Ginepro strisciante e il Timo serpillo. Non vi dico che ridere perché Eleonora continuava a prendermi in giro perché con tutto il ben di Dio che c'era da raccogliere, io avevo riempito il mio cesto solo di Tarassaco, Ginepro e Timo. Comunque fortunatamente un gran temporale è arrivato in mio aiuto e siamo scappate via a gambe levate. Tornate a casa ci siam messe subito all'opera per trasformare il nostro prezioso bottino in estratti glicerici, oleosi ecc.
Il Timo raccolto in quell'alpeggio incontaminato mi ha subito incantata grazie al suo aroma intenso e nello stesso tempo delicato. Non che in Toscana manchi questo meraviglioso vegetale, ma quello montano è tutta un'altra cosa. In realtà esistono svariate specie e chemiotipi di Timo, ma quelli più "potenti" dal punto di vista "terapeutico" sono proprio quelli raccolti in alta montagna e, da qui nasce la mia necessità di utilizzare questa pianta officinale per produrre una pomata come sedativo della tosse.
Sin dai tempi antichi, il Timo veniva utilizzato come rimedio contro la tosse, pertosse e affanno respiratorio grazie alle sue potenti funzioni antivirali, antisettiche, antispasmodiche, balsamiche, fluidificanti, antifungine, antiparassitarie, antibatteriche ecc. 

Timo in fiore
Le sue proprietà son dovute all'alto contenuto di timolo, carvacrolo, borneolo, linalolo, pinene, terpineolo, geraniolo, tujanolo, tannini, flavonoidi, triterpeni. Sono proprio questi costituenti a identificare il chemiotipo a seconda della percentuale contenuta nella pianta.
Dopo aver elencato, nel mio piccolo, tutti i pregi di questo vegetale, passo ora a descrivervi come ho realizzato la pomata.
Ho utilizzato il Bimby, ma potete anche procedere con un semplice frullatore ad immersione.

TIMO FENÊTRE 
POMATA SEDATIVO PER LA TOSSE

FASE A  7 minuti 70°C Velocità 2
  •  1       g cera d'api
  •  8      g Olivem 1000
  •  3      g burro di Kpangnan
  • 10     g oleolito di cristalli di Timolo all'1% in olio di Jojoba
  •  3      g olio di bacche di Alloro
  •  5      g olio di Cocco vergine non deodorato
  • 10     g Tintura alcolica di resina di Pino cembro
  • 35,9 g idrolato di Timo
  •   1     g sodio alginato
FASE B 1 minuto 37°C Velocità ad aumentare sino a 10
  • 10    g oleolito di Melissa officinalis in olio di Sesamo
  •   5    g glicerina di Timo (erba fresca macerata solo in glicerina)
  •   5    g percolato di Camomilla
  •   1    g Vitamina E
FASE C completamente a freddo 30 secondi Velocità ad aumentare sino a 10
  •  o,6 g Cosgard (conservante)
  •  1     g oe Timo rosso
  •  0,5 g oe Melissa officinalis
Procedimento:
Versare nel boccale l'intera Fase A  ed impostare il Bimby a 7 minuti, 70°C, Velocità 2.
Trascorsi i 7 minuti, impostate a 6 minuti, 37°C,  Velocità 3.
Appena la temperatura sarà scesa a 37°C potete aggiungere tutta la Fase B e impostate a 1 minuto con velocità ad aumentare sino a 10.
A questo punto l'emulsione è avvenuta, per cui lasciate raffreddare, magari mettendo il boccale in frigorifero e quando sarà tutto freddo potete unire la Fase C emulsionando per 30 secondi con velocità ad aumentare sino a 10.
Ottenuta la pomata ben emulsionata potete conservarla in vasetti adeguati e sterilizzati.
Premesso che è sempre opportuno consultare un medico prima di utilizzare un prodotto home made, la pomata può essere usata sin dai primi sintomi influenzali, spalmandola sul petto prima di andare a dormire. Le funzioni antibatteriche, sedative e balsamiche del Timo, in questa pomata sono potenziate anche dalle proprietà della Melissa e del Pino cembro che hanno sia funzioni sedative che balsamiche. Indubbiamente, data la composizione del prodotto, consiglio vivamente di non utilizzarla su bambini al di sotto dei tre anni e su donne in gravidanza.

TIMO FENÊTRE Sedativo della tosse
Vi auguro una buona lettura e, per qualsiasi dubbio potete commentare  questo articolo. Appena potrò, risponderò volentieri.

Lalla





giovedì 19 settembre 2019

SAPONE LIQUIDO INTIMO ANTIBATTERICO OVER 40

Sapone intimo antibatterico over 40
Quando si parla di saponi intimi in realtà ci si riferisce per lo più a quelli che troviamo in commercio oppure a quelli realizzati con tensioattivi piuttosto delicati e che rispettino il pH fisiologico. In questo caso, invece, io ho voluto realizzare un sapone potassico, ovvero liquido con oli piuttosto pregiati, delicati e dalle note proprietà antibatteriche.
Il procedimento è identico a quello di tutti i saponi liquidi, quindi prepariamo per prima cosa tutti i DPI (dispositivi di protezione individuale) e cominciamo il lavoro.

SAPONE LIQUIDO
INTIMO ANTIBATTERICO
OVER 40

Per la pasta di sapone:
  • 300 g di olio di Ricino
  • 250 g di olio di Mandorle dolci
  • 150 g di olio di Canapa
  • 100 g di oleolito di Calendula in olio di Riso
  • 100 g di olio di Cocco
  • 100 g di olio di bacche di Alloro
  • 390 g di Acqua distillata
  • 195 g di Glicerina
  •   30 g di Sodio citrato
  •     4 g di Sodio gluconato
  • 227 g di KOH tit. 90% con eccesso 5%
Per la diluizione:
  • una parte di pasta di sapone 
  • una parte di idrolato di Alloro
  • 2% di TA (tintura alcolica) di Benzoino
  • 0,5% di cristalli di Mentolo (facoltativo)
  • 2% di Fermented Oat Active P
  • 1% di Preservative Monet
  • 0,5% di Tea tree oil
  • Soluzione al 30% di Acido citrico q.b. per pH 7.5/8

Inserite tutti i grassi nella slowcooker insieme alla glicerina ed impostate su HIGH. Nel frattempo pesate l'acqua e scioglietevi dentro prima il sodio citrato e poi il gluconato. Appena le polveri sono ben sciolte unite il KOH e mescolate fino a che l'acqua non torna cristallina. A questo punto unite la soluzione caustica nei grassi e cominciate ad emulsionare con il minipimer. Il nastro arriva subito!

Nastro
Continuate a cuocere sempre in modalità HIGH.

Dopo un'ora di cottura
Ricordatevi di mescolare di tanto in tanto.

Dopo 2 ore di cottura
Sempre su modalità HIGH, già dopo 2 ore di cottura si intravede il gel.

Fase gel
Scusate la foto piuttosto scura! Il gel è raggiunto dopo 3 ore di cottura e la pasta di sapone è molto morbida. A questo punto passate al test di chiarezza.

Test di chiarezza
Il test è perfetto, quindi possiamo passare alla diluizione.
Mettete a bollire su fiamma diretta l'idrolato e dopo aggiungetevi la pasta di sapone. Spegnete il fornello, date una mescolata delicata e ponete il coperchio sulla pentola. Dopo circa 30 minuti riaccendete il fornello e lasciate scaldare per circa 5/10 minuti a fiamma bassissima. Mescolate e spegnete. Ripetete questa operazione finché la pasta di sapone non sarà completamente diluita. A questo punto aggiungete la tintura alcolica di Benzoino nella quale avrete fatto sciogliere i cristalli di Mentolo (sempre che voi abbiate deciso di utilizzarli). Mescolate con delicatezza e lasciate intiepidire il composto. Ora unite anche l'avena fermentata e mescolate nuovamente con delicatezza. Noterete che il sapone si intorpidisce, per cui non preoccupatevi, è tutto nella norma. Misurate ora il pH che dovrebbe essere circa 10, quindi aggiungete la soluzione di acido citrico piano piano fino ad avere un pH 7.5/8. A sapone freddo potete aggiungere sia il preservante che l'olio essenziale e, potete quindi inflaconarlo.

Sapone intimo antibatterico over 40
A parte le proprietà dei grassi utilizzati, tutti gli ingredienti usati in fase di diluizione non solo potenziano la funzione antibatterica, ma rendono questo sapone delicato e ben preservato. Il benzoino, potente antiossidante è anche un fenomenale antibatterico e antivirale. Il conservante usato oltre alla sua funzione principale ha anche proprietà deodoranti. L'avena fermentata è un'ottima alleata della pelle e mucose grazie alle sue funzioni lenitive e addolcenti. I cristalli di mentolo danno quel senso di freschezza che non a tutti piace, ma spesso si rivelano utili in alcuni periodi particolari dell'anno. Del Tea tree oil credo che non ci sia bisogno di alcuna presentazione perché tutti conosciamo le sue proprietà.
Questo sapone intimo è consigliato soprattutto a donne sopra i 40 anni e non certamente a ragazze giovani in piena età fertile poiché ha un pH definito alcalino per le mucose. In menopausa il nostro pH nelle zone intime è piuttosto neutro, ovvero uguale a 7, per cui non risentiamo tanto uno sbalzo di mezzo punto, anche se poi il discorso è molto soggettivo. 
Usandolo ho notato che è anche antipruriginoso quindi l'ho già inserito nella mia lista dei preferiti.
Vi auguro una buona lettura e, se lo fate anche voi, fatemi sapere le vostre impressioni commentando sotto questo articolo.

Lalla

giovedì 12 settembre 2019

SAPONE SOLIDO ALLA PALA DI FICO D'INDIA

Sapone alla pala di fico d'India

Uso spesso la pala di fico d'india per produrre alcuni miei preparati e, questa volta, ho voluto sfruttarla per preparare un sapone.

Pala di fico d'India


Bucce di pala di fico d'India

Polpa di bucce di pala di fico d'India

SAPONE SOLIDO ALLA PALA DI FICO D'INDIA
Sconto soda 6%
  • 330 g di olio d'Oliva
  •   70 g di olio di Mandorle dolci
  • 100 g di olio di noccioli di Palma RSPO (Palmisto)
  • 200 g di olio di Cocco
  •   50 g di olio di Ricino
  • 250 g di Strutto
  • 2 cucchiai abbondanti di yogurt naturale
  • 330 g di polpa di buccia di pala di fico d'India fredda da frigorifero
  •   30 g di sodio citrato
  •     4 g di sodio gluconato
  • 118 g di NaOH (85%)
  •   32 g di KOH tit. 90% (15%)
  •   15 g Fragranza Botero di Sikania
Innanzitutto prima di cominciare a lavorare qualsiasi sapone non dimenticatevi di utilizzare tutti i DPI.
Dopo aver sciolto i grassi saturi ho lasciato raffreddare il tutto a temperatura ambiente e ci ho aggiunto lo yogurt e la fragranza emulsionando  un po' con il minipimer. Nel frattempo ho preparato la soluzione caustica inserendo prima i sequestranti nella polpa di pala di fico d'India e poi i due alcali. Ho mescolato bene per far sciogliere le polveri ed ho messo da parte a raffreddare.
Quando gli oli e la soluzione caustica hanno raggiunto la  temperatura ambiente ho inserito quest'ultima nei grassi ed ho cominciato ad emulsionare ottenendo un nastro bello fluido e cremoso. Ho colato in uno stampo di legno ed ho lasciato 48 ore da parte prima di sformarlo.

Sapone nello stampo in legno foderato con carta forno

Sapone in piena fase gel

Il sapone così concepito è delicatissimo sulla pelle ed oltretutto produce una schiuma abbondante e cremosa. Il colore verde è persistente nel tempo e non si ossida come tanti altri colori ottenuti attraverso estrazioni vegetali.

Sapone solido alla pala di fico d'India



mercoledì 20 marzo 2019

SAPONE LIQUIDO SOFT PER LANA E SETA (A MANO O IN LAVATRICE)

Sapone liquido Soft per lana e seta
La primavera è alle porte e dobbiamo iniziare a pensare al cambio di stagione. La maggior parte dei capi da lavare sono in lana o misto lana, seta e soprattutto panni scuri e delicati che necessitano solo di un lavaggio breve perché non eccessivamente sporchi, ma male odoranti, per cui abbiamo bisogno di un sapone delicato che sia in grado di lasciarli morbidi, puliti e profumati.
La formulazione di tale sapone non è assolutamente complicata in quanto richiede veramente pochi ingredienti essenziali in grado di darci un prodotto meraviglioso.

SAPONE LIQUIDO SOFT PER LANA E SETA (A MANO O LAVATRICE)
(con eccesso di KOH del 10%)
Per la pasta di sapone
  • 800 g di olio d'Oliva
  • 100 g di olio di Ricino
  •   50 g di olio di Cocco
  •   50 g di Esterquat 65
  • 560 g di Acqua demineralizzata
  •   30 g di Sodio citrato
  •     6 g di Sodio gluconato
  • 222 g di KOH (Idrossido di potassio) tit. 90%
Per la diluizione
  •   7 parti di pasta di sapone
  • 13 parti di Acqua demineralizzata
Dopo la diluizione potete arricchire il vostro sapone con la fragranza "Fresco Bucato" che troverete in offerta nella BOX "GAUGUIN".

Innanzitutto muniamoci di tutti i DPI (guanti, occhialini, mascherina e possibilmente un bel grembiule).
In un pentolino sciogliamo l'Esterquat 65 insieme all'olio di Cocco; nel frattempo pesiamo tutti gli altri oli e versiamoli nella nostra slowcooker impostando la pentola su "HIGH".
In una caraffa di Pirex oppure di plastica resistente alle alte temperature, pesiamo l'acqua dove andremo a sciogliere prima il gluconato di sodio e poi il sodio citrato. 
Quando l'Esterquat 65 e l'olio di cocco sono completamente sciolti uniamoli al resto degli oli nella slowcooker. 
Pesiamo il KOH e versiamolo lentamente nella caraffa dell'acqua mescolando affinché si sciolga completamente. 
Ora siamo pronti a versare la soluzione caustica negli oli.
Con il frullatore ad immersione cominciamo ad emulsionare e non preoccupiamoci se il nastro non arriva immediatamente. Lasciamo sempre la pentola impostata su "HIGH" e frulliamo di tanto in tanto fino al raggiungimento del nastro.

Nastro molto lento
A questo punto lasciamo cuocere in santa pace il nostro sapone per almeno 3 ore con impostazione sempre su "HIGH".
A fine cottura spegniamo la nostra pentola e ricopriamola con un plaid sino al giorno seguente.

Pasta di sapone
Come vediamo dalla foto il sapone si presenta piuttosto solido e bianco, ma non facciamoci ingannare se non abbiamo una pasta di sapone traslucida e gellosa. Basta fare il test di chiarezza per renderci conto che il sapone è pronto per essere diluito.
Ora pesiamo 7 parti di pasta di sapone e 13 parti di acqua demineralizzata ed inseriamo il tutto nella pentola a pressione (se non avete la pentola a pressione potete servirvi del forno a 90°C, oppure potete procedere come di consueto). Portiamo sul fuoco e quando la valvola inizia a sfiatare, spegniamo e lasciamo riposare per alcuni minuti prima di aprire ed eventualmente mescolare delicatamente. Ovviamente il sapone non è ancora diluito del tutto, per cui tale passaggio va ripetuto per più volte sino a completa diluizione.
Quando il sapone sarà diluito, lasciamo raffreddare in pentola chiusa.
Prima di travasare in bottiglia o flacone possiamo aggiungere la fragranza mescolando lentamente con una bacchetta o cucchiaio.
Questo sapone vi sorprenderà per la sua delicatezza che dimostra persino sulle mani non lasciandole affatto secche e tirate, ma bensì morbide e setose...immaginate quindi i vostri capi in lana e seta come saranno!
Tutte le materie prime citate potete trovarle qui
Per qualsiasi dubbio rimango a vostra disposizione e, se commentate, ricordatevi di cliccare sulla casellina "Notificami la risposta".
Spero che vi sia stata d'aiuto e vi auguro un profumato e morbido bucato.
Lalla

mercoledì 6 marzo 2019

OLEOLITO DI SENAPE

Oleolito di Senape
Il vero olio di Senape è difficile da trovare in commercio se non in negozi etnici con etichette poco decifrabili e dalla dubbia provenienza. Le sue proprietà sono notevoli a livello cosmetico in quanto è un olio riscaldante e stimolante che viene utilizzato soprattutto per massaggi decontratturanti o come stimolante del cuoio capelluto agevolando così la ricrescita naturale dei capelli. La sua funzione principale è quella rubefacente, ovvero in grado di 'attirare' il sangue in superficie scaldando così le zone interessate da cattiva circolazione e doloranti. Ottimo da utilizzare anche come olio vettore per la preparazione di oleoliti grazie alle sue capacità di 'assorbire' le proprietà delle nostre amate piante. Ricco di omega 6 e omega 9, nonché di vitamine e sali minerali, l'olio di Senape è resistente all'irrancidimento. Le sue applicazioni in ambito cosmetico sono varie e molteplici: si utilizza come olio anti rughe grazie al suo potere antiossidante, come riequilibrante del sebo grazie alla sua capacità di assorbimento, come emolliente per talloni e duroni dei piedi e mani, come stimolante della ricrescita dei capelli, come antinfiammatorio per dolori cosiddetti 'freddi', come antibatterico e antifungino per rigenerare pelli affette da dermatiti e/o eczemi, come leggero effetto filtrante dei raggi UV...insomma è davvero un prezioso alleato della nostra pelle.
Ma, se non abbiamo l'opportunità di acquistare un olio di Senape decente, che sia spremuto a freddo e possibilmente biologico come possiamo sostituirlo?
In questo caso possiamo procurarci della semplice Senape in polvere che andremo a macerare in olio di Sesamo, molto simile per struttura e caratteristiche a quello di Senape.
Senape in polvere
Potete preparare questo oleolito procedendo attraverso macerazione di almeno 30 giorni oppure per digestione a caldo tenue per un paio d'ore.
Personalmente ho preferito la seconda opzione servendomi del Bimby.
Senape nel Bimby
Senape e olio di Sesamo nel Bimby 
Ho inserito nel boccale del Bimby la Senape in polvere (un paio di cucchiai) e 250 ml di olio di Sesamo Bio. Ho impostato il mio elettrodomestico a 60 minuti per due volte, 37°C, velocità 2.
Al termine delle due ore, mentre l'olio era ancora tiepido, ho filtrato opportunamente in recipiente abbastanza ampio.
Olio da filtrare
Per fare questo mi son servita di una bottiglia di plastica tagliata che ho messo a testa in giù in una brocca dopo aver riempito il collo della stessa bottiglia di cotone idrofilo sopra al quale ho posto due filtri di carta per caffè all'americana. Ho atteso un'intera giornata prima di ottenere tutto l'olio filtrato a dovere senza presenza di polvere.
Oleolito di Senape
L'odore ed il colore sono caratteristici e...ovviamente magnifici (ogni scarrafone è bello alla mamma sua).
Oleolito di Senape in olio di Sesamo
Ho travasato in bottiglietta scura per conservarlo in luogo buio e fresco.
Ho utilizzato questo olio soprattutto come base per altri oleoliti e cioè ho macerato al suo interno la mitica Agrou (Imperatoria in foglie) in quanto, questo vegetale tipico delle alte montagne come quelle della Val d'Aosta, ha notevoli proprietà antinfiammatorie ed antidolorifiche che facilmente vengono estratte attraverso l'associazione del Sesamo e, soprattutto della Senape. Un oleolito così composto ci permette di creare e produrre favolosi unguenti e pomate con funzioni antidolorifiche e sfiammanti, disarrossanti, antiacneiche e via dicendo.
Semplice da realizzare l'oleolito di Senape ci permette di essere utilizzato come base per la creazione di tantissimi altri prodotti utili alla cura e all'igiene della nostra pelle senza violare ed offendere le leggi della Natura che regolano da sempre la nostra salute e quella dell'ambiente che ci circonda.

Se avete dubbi rimango a vostra completa disposizione e, ricordatevi che se commentate dovete cliccare sul piccolo quadratino che vi dice "inviami notifiche" altrimenti io purtroppo non riesco a vedere in tempo reale i vostri commenti.
Vi auguro una buona lettura e vi rimando al prossimo articolo.

Lalla

lunedì 4 febbraio 2019

CREMA MANI SCHIARENTE

Crema mani schiarente
Viso, collo e mani sono i rivelatori della nostra età e, quando si superano i 50 anni, iniziano a comparire delle piccole macchie brune sulla nostra pelle, in particolar modo sul dorso delle mani.
Sono tantissimi i trattamenti naturali che possiamo effettuare per prevenire le discromie ma, spesso accade che la nostra pigrizia superi di gran lunga la volontà di prenderci cura di noi stessi e quindi ricorriamo ai ripari solo quando è troppo tardi. Fortunatamente possiamo avvalerci di prodotti naturali che pur non essendo risolutivi, possono attenuare alcuni noiosi inestetismi quali, appunto, le discromie. Ormai mi conoscete da anni e sapete che i miei ingredienti preferiti sono gli estratti vegetali che sino ad ora non hanno mai tradito le mie aspettative ed è proprio a base di estratti vegetali con funzioni schiarenti, la crema mani che sto per proporvi. Anche in questo caso ho usato il Bimby, ma voi potete tranquillamente procedere con un bagnomaria e frullatore ad immersione.

CREMA MANI SCHIARENTE

FASE A a 70°C Velocità 2 per 7 minuti
FASE B a 37°C Velocità ad aumentare sino a 10 per 3 minuti
FASE C completamente a freddo Velocità 5 per 30 secondi
  •   1    g Leucidal
  •   5 gtt oe di Benzoino
  • 10 gtt oe di Menta piperita
  • 10 gtt oe di Limone
  • pH 4-4.5
*Latte Virginale: in questo caso per preparare il Latte virginale ho adoperato acqua oligominerale e non un idrolato di Rose che in FASE A avrei sicuramente sciupato.

Inserite nel boccale l'intera FASE A e programmate il Bimby a 70°C Velocità 2 per 7 minuti. Dopo aver ottenuto una "pappetta" bianca, lasciate riposare il tutto sino a che il vostro elettrodomestico non arriva a 37°C. A questo punto potete inserire tutta la FASE B e cominciate ad emulsionare aumentando la velocità gradualmente per arrivare a 10...tutto questo avviene in tre minuti. Lasciate riposare e raffreddare completamente prima di inserire l'intera FASE C che emulsionerete a velocità 5 per 30 secondi. La vostra crema è pronta per essere invasettata e conservata per alcuni giorni prima dell'uso. 
Se il pH dovesse risultare troppo basso, aggiungete qualche goccia di soluzione caustica per portarlo a 4-4.5.

Crema mani schiarente
Le funzioni depigmentanti degli estratti vegetali associate alle proprietà dell'acido salicilico e al pH basso, fanno di questa crema un ottimo prodotto che, se usato quotidianamente e costantemente attenuerà notevolmente le discromie del dorso delle mani. Nonostante la presenta di oli, burri e cere, la crema non risulta per nulla untuosa e si assorbe facilmente lasciando le mani asciutte. Per chi avesse problemi di pelle particolarmente secca, consiglio di utilizzare in concomitanza un unguento a base di Burro di Karité ed olio EVO.
Se avete dei dubbi potete commentare ricordandovi di cliccare sul tastino "inviami notifiche" affinché io possa rispondervi celermente.
Vi auguro buona lettura.

Lalla

giovedì 31 gennaio 2019

CREMA RASSODANTE AI FITOESTROGENI

Crema ai Fitoestrogeni
Cosa sono i Fitoestrogeni?
I Fitoestrogeni sono quelle sostanze di origine vegetale che imitano l'attività estrogenica degli esseri umani e animali e si possono classificare in: isoflavoni, saponine steroidee, fitosteroli, lignani, cumestani, prenilflavonoidi, lattoni.
In campo cosmetico queste sostanze vengono utilizzate soprattutto perché sono in grado di stimolare la produzione di collagene e acido ialuronico; si rivelano dei potenti antiossidanti e fotoprotettivi; incrementano la lipolisi e di conseguenza riducono il tessuto adiposo; regolano l'emissione di sebo ed hanno proprietà antinfiammatorie;  promuovono la produzione di proteine del derma da cui deriva l'azione rassodante e tonificante.
Dopo questa piccola presentazione (ci sarebbe da scrivere molto di più riguardo i fitoestrogeni), voglio condividere con voi la formulazione di una crema naturale a base di fitoestrogeni, adatta a pelli mature.
Innanzitutto è una crema che io preparo con il Bimby solo per una questione di praticità, ma nulla toglie che voi possiate utilizzare i classici strumenti da cucina come un frullatore ad immersione, il bagno maria, un termometro e palette di ogni genere.

CREMA RASSODANTE AI FITOESTROGENI

FASE A a 70°C Velocità 2 per 7 minuti
  • 30,5 g di Acqua oligominerale
  •   6    g di Olivem 1000
  •   1    g di Ceralan
  •   5    g di Caprylis
  •   5    g di olio di Jojoba
  • 3,5   g di burro di Kpangnan
FASE B a 37°C Velocità ad aumentare per 3 minuti
  • 30    g di idrolato di Trifoglio rosso
  •   8,5 g di percolato composto (Trifoglio rosso, Galega, Finocchio selvatico, Luppolo, Fieno greco, Salvia sclarea, Ginseng)
  •   2,5 g di olio di Borragine
  •   5    g di oleolito di Lillà (Serenella) in olio di Mandorle dolci
  •   2    g di Vitamina E 
FASE C completamente a freddo Velocità 5 per 30 secondi
  •   1    g di Leucidal (conservante)
  •   5 gtt di oe di Geranio bourbon
  •   5 gtt di oe di Carota
  •   3 gtt di oe di Salvia sclarea
  •   3 gtt di oe di Mirra
Inserite nel boccale del Bimby l'intera FASE A e sciogliete il tutto a 70°C per 7 minuti con lame in movimento a velocità 2. Ottenuta una pastella bianca, attendete che la temperatura del Bimby scenda a 37°C per poi unire tutta la fase B. A questo punto emulsionate per 3 minuti aumentando la velocità gradualmente sino a 10. La crema è già pronta. Dovete solo aspettare pochissimi minuti prima di inserire la FASE C che andrete ad emulsionare per 30 secondi a velocità 5. 
Invasettate la vostra crema e lasciatela assestare per qualche giorno prima dell'uso...regola che andrebbe eseguita per ogni preparazione cosmetica.

Crema ai Fitoestrogeni
La crema è fantastica e, nonostante la presenza di una bella percentuale di grassi, si assorbe subito lasciando la pelle liscia e vellutata senza untuosità. Io amo utilizzarla in accoppiata con il Siero effetto lifting.

Spero che voi possiate riprodurla in modo da avere anche le vostre opinioni.

Lalla

giovedì 24 gennaio 2019

L'UVA URSINA E I SUOI ESTRATTI

Uva ursina
L'estate scorsa ho avuto il piacere di trascorrere le mie vacanze in Val d'Aosta, precisamente a Verres ospite da Eleonora. Devo dire che più che una vacanza è stato un vero e proprio "campo-scuola" poiché grazie a Luigi, io ed Ely abbiamo avuto il piacere di scoprire dei luoghi segreti dove nascono spontaneamente delle erbe officinali dai grandi poteri medicamentosi, tra queste non poteva certo mancare la splendida Uva ursina.

Tappeto di Uva ursina
Durante la nostra escursione per boschi, Luigi ci ha portate in un luogo dove vi era un intero tappeto di Uva ursina. Immaginate la nostra faccia di fronte a quella incantevole visione. Le nostre cellule cerebrali già danzavano alla sola idea di poter estrarre da questa pianta tutti i suoi costituenti "magici".

Raccolta dell'Uva ursina
Sicuramente sono ben note le proprietà dell'Uva ursina per combattere infezioni e/o infiammazioni del tratto urinario come la cistite, ma non è argomento che mi compete per cui lascio la parola agli esperti.
Ciò che invece vorrei mettere in evidenza sono le proprietà cosmetiche di questa pianta da cui si estrae l'Arbutina, un glucoside idrochinonico che ha come azione quella di inibire l'enzima che converte la tiroxina in melanina; in pratica l'estratto di Uva ursina viene spesso usato in cosmetologia come schiarente per le macchie cutanee dovute all'avanzare dell'età, o al sole, o ancora alla gravidanza.
Oltre all'Arbutina, troviamo anche tannini, iridoidi, piceoside, flavonoidi come l'iperina e l'isoquercitina, triterpeni quale l'acido ursolico e acidi organici i quali, tutti insieme, lavorando in sinergia agiscono come antinfiammatori, antisettici, antimicrobici, calmanti ed astringenti, per cui si rivelano utili per quelle pelli impure, grasse ed acneiche.
L'Arbutina si trova in commercio come sostanza funzionale e si presenta sotto forma di polvere bianca con azione depigmentante, specialmente se associata ad altri attivi schiarenti.
Se Madre Natura ci offre l'opportunità di raccogliere erbe officinali in luoghi incontaminati, quali le Alpi Valdostane, allora possiamo allestire in casa sia una Tintura Madre che un Percolato che andremo ad usare nei nostri cosmetici naturali.
Dell'Uva ursina si utilizzano solo le foglie con qualche rametto poiché le piccole bacche rosse servono solo a cibare alcuni animali.

TINTURA MADRE DI UVA URSINA 55° alcolici
  • 20 g di foglie fresche di Uva ursina
  • 45,26 g (oppure 57,3 ml) di alcool alimentare (alcool buongusto)
  • 42,7 g di Acqua pura e/o oligominerale 
Dopo aver tritato grossolanamente le foglie di Uva ursina, le inseriamo in un contenitore e le ricopriamo con la soluzione alcolica. Chiudiamo e riponiamo il barattolo al fresco e buio per almeno 8 giorni. Agitiamo di tanto in tanto. Trascorso il termine, filtriamo torchiando per bene il vegetale e travasiamo il liquido ottenuto nelle apposite bottigliette scure dalla chiusura ermetica. Etichettiamo e conserviamo il prodotto. Vi ricordo che tale preparazione è adatta solo per un uso topico.  Rivolgetevi al vostro farmacista di fiducia per acquistare la Tintura madre per uso orale.

Possiamo usare questa Tintura opportunamente diluita nel Latte Virginale  per creare un semplice tonico con funzioni depigmentanti, sfiammanti ed antiacneiche.
Il tonico così composto può sostituire anche l'intera FASE A (ovvero la fase acquosa) del vostro cosmetico schiarente. 

PERCOLATO DI UVA URSINA
  • 50 g di foglie e rametti di Uva ursina essiccate e ridotte in polvere
  • 31,72 g (oppure 40,16 ml) di alcool buongusto
  • 158,4 g di acqua pura e/o oligominerale
Preparate il vostro percolato seguendo le indicazioni riportate nel primo volume della collana Amiche per la pelle: Lo spirito vitale dei vegetali  oppure cliccando qui.
In questo caso la soluzione alcolica è a 20° alcolici.

Il percolato che otteniamo è un concentrato di sostanze funzionali che hanno proprietà schiarenti, antinfiammatorie e astringenti e possiamo utilizzarlo in Fase C sino al 10% nelle nostre creme, sieri, lipogel ecc.
Indubbiamente se associato ad altri estratti vegetali che abbiano le stesse funzioni, rendiamo i nostri prodotti ancora più efficaci, fermo restando che nulla fa miracoli se non la prevenzione e la costanza.
La Natura non ci nega nulla, ma si avvale del diritto di non rispondere personalmente delle nostre incompetenze, per cui prima di utilizzare qualsiasi estratto vegetale cerchiamo di informarci se può in qualche modo nuocere alla nostra salute.
L'Uva ursina ed i suoi estratti non presentano controindicazioni né effetti collaterali, ma è sempre meglio documentarsi prima di farne uso anche in un semplice prodotto cosmetico.
Spero che l'articolo vi sia piaciuto ed attendo i vostri eventuali commenti ricordandovi di cliccare sulla casellina "inviami notifiche".

Lalla

Uva ursina


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