venerdì 20 settembre 2013

SODIO CITRATO IN POLVERE FATTO IN CASA

Sodio citrato anidro
Dopo una lunga assenza eccomi nuovamente qui con l'ultima delle mie preparazioni casalinghe.
Molto spesso i miei lettori mi hanno chiesto cosa fosse il sodio citrato e soprattutto a cosa servisse. Ovviamente Wikipedia ed altri siti accreditati spiegano esattamente cosa sia questa sostanza; da parte mia mi limiterò a riassumere in breve soprattutto l'uso e la funzione che ha nel sapone.
Dunque, il sodio citrato è un sequestrante, cioè sequestra, ossia allontana/separa i metalli presenti in una determinata materia che nel nostro caso è il sapone. Come tale, il sodio citrato evita il formarsi di quella fastidiosa patina sul lavabo dopo aver usato una saponetta solida o anche dopo un lavaggio in lavatrice o lavastoviglie dopo l'uso di un sapone auto-prodotto. Oltre a questa funzione, il sodio citrato serve anche a dare una certa durezza ai saponi solidi e funge da antiossidante poichè evita l'irrancidimento dei grassi presenti. In presenza di acque dure funge anche da addolcitore poichè interagisce con il calcare in eccesso. Non è assolutamente un correttore di pH come si legge da alcune parti in quanto il suo pH è quello canonicamente definito neutro e cioè equivalente a 7!!!!
In commercio si trova generalmente sotto forma di polvere/cristalli, solubilissima in acqua, dal colore bianco, inodore e con un costo relativamente medio basso, anche se è difficile da reperire se non attraverso siti on-line!
Ovviamente data la crisi economica che si abbatte su ognuno di noi giorno per giorno, si tende a fare a meno di alcune materie prime per evitare di pesare sull'economia familiare, quindi ecco che il bisogno aguzza l'ingegno!!!! In questo caso non ho fatto altro che sfruttare le due formule più accreditate per creare in casa il mio sodio citrato pronto all'uso e soprattutto in polvere come quello "industriale".
Non vi lascio più in ansia e passo subito alla ricetta, anzi alle ricette il cui procedimento è del tutto identico
SODIO CITRATO
  • 74 g di soda caustica (NaOH idrossido di sodio)
  • 100 g di acqua demineralizzata o distillata
  • 125 g di acido citrico anidro (132 g di monoidrato)
oppure
  • 75 g di acido citrico anidro (82,5 g di monoidrato)
  • 100 g di bicarbonato di sodio
  • 150 g di acqua demineralizzata o distillata
Se si segue la prima formula, munirsi e proteggersi con guanti di gomma, occhiali e mascherino!!!!

Per mia comodità ho scelto di procedere con la prima formulazione.
In una caraffa di Pyrex versare l'acqua occorrente e sciogliervi la soda caustica. Attendere che l'acqua torni limpida e cristallina ed a quel punto aggiungere tutto in un botto l'acido citrico. Fare molta attenzione a questa manovra perchè l'acido a contatto con la soluzione acquosa reagisce immediatamente con il suo effetto effervescente, per cui tenersi lontano dalla caraffa fino a che finisca la reazione che dura pochissimi secondi!. Mescolare vigorosamente sino a sciogliere completamente la polvere.
Soluzione di acqua, soda e acido citrico
Dopo circa un minuto, il composto inizia a solidificarsi perchè i sali precipitano cristallizzandosi e divenendo bianchi
Precipitazione dei cristalli

A questo punto, prima che il composto inizi ad indurirsi, travasate il tutto in una pirofila di Pyrex 
Travaso dei cristalli

Come si evince dalla foto, il composto tende ad indurirsi in pochissimi minuti, per cui è opportuno "sgrattare" sempre la soluzione dal fondo del contenitore per evitare che si attacchi e che si indurisca tanto da non poter essere più lavorato. Smuovetelo in continuazione con un cucchiaio o spatola in acciaio inox. Questa manovra vi agevolerà il lavoro e vi permetterà di fare meno fatica dopo!
Quando vi renderete conto che il composto prenderà sempre più consistenza pur rimanendo ancora morbido, passate in forno ventilato a 50°C (oppure in forno ellettrico a 60°C con lo sportello semiaperto) per circa 2 ore. In questo frangente di tempo, però dovete tirar fuori ogni 5/10 minuti, la pirofila dal forno e continuare a "sgrattare"
Composto di cristalli ancora umidi

cristalli ancora umidi

Trascorse le due ore e dopo aver smosso continuamente il composto nella pirofila, otterrete dei cristalli secchi, ma compatti e molto grossolani.
cristalli grossolani e quasi secchi

Ora potete travasare il tutto su un foglio di carta forno
Cristalli da frantumare

Ponetevi sopra un altro foglio di carta forno e passateci il matterello schiacciando per bene. Alla fine dell'operazione, se vi rendete conto che i vostri cristalli risultano ancora leggermente umidi, potete rimetterli in forno con le stesse modalità, ma per circa mezz'ora o poco più, secondo necessità! Quando tirerete via la polvere dal forno dovrà essere praticamente asciutta e per verificarlo, basta prenderla tra le dita come se fosse una bella presa di sale. Il contatto dovrà darvi la sensazione dell'asciutto completo perchè la polvere non dovrà attaccarsi o appiccicarsi sulla vostra mano. A proposito, in questo caso potete fare tutto a mani nude perchè la soluzione ha ormai un pH che è uguale a 7, per cui non c'è più pericolo poichè le polveri si sono neutralizzate a vicenda!
sodio citrato reso in polvere
Ora non vi resta che ripetere l'operazione "matterello" sino ad ottenere una bella polvere in cristalli piccolissimi asciutti! Aspettate che siano ben freddi prima di travasarli in un barattolo!
sodio citrato anidro
Questo sopra è il risultato che dovrete ottenere. Come vedete i cristalli sono bianchissimi, anche se risultano ancora un pò grossolani non importa...basta che siano privi di umidità e di acqua affinchè voi possiate travasarli comodamente in un vasetto di vetro a chiusura ermetica!
Sodio citrato 
Ora per vostra curiosità, provate a sciogliere un pizzico di questa polvere in un cucchiaino di acqua e misuratene il pH! Vedrete che sarà neutro...ossia il risultato sarà un bel 7!!!!!
Queste dosi che vi ho indicato vi permetteranno di ottenere circa 190 g di sodio citrato anidro che potete conservare tranquillamente in barattolo chiuso ermeticamente, lontano da fonti di calore e soprattutto lontano da fonti di umidità! Sarà opportuno attendere un paio di settimane prima di utilizzarlo proprio per verificare il suo grado di umidità, perchè se mai dovreste accorgervi che necessita ancora di "asciugatura" sarà il caso di passarlo in forno per un altro pò di tempo. Questo dipenderà molto dall'ambiente in cui vivete...se siete in zone marine o tipicamente umide. Qui in collina direi che non ci sono problemi, ma nonostante questo, verifico sempre che il contenuto sia bello asciutto e granuloso al punto giusto.

L'altra soluzione, cioè quella con bicarbonato al posto della soda caustica è praticamente identica....solo i tempi sono leggermente più lunghi!
Ora non vi resta che provarlo per cui vi auguro buon lavoro!


EDIT: In ogni caso per chi fosse pigro o non avesse il tempo necessario per preparare in casa il sodio citrato potete trovarlo già pronto qui: http://www.dadalindo.it/news-592/ELENCO-MATERIE-PRIME-DISPONIBILI-PAGINA-1.aspx ed anche l'acido citrico!!!!

sabato 6 luglio 2013

SALVIETTE DETERGENTI MULTIUSO ECO-BIO

Salviette detergenti alla Lavanda e alla Calendula
Chi di voi non ha mai utilizzato le salviette umidificate detergenti per struccarsi alzi la mano! Io faccio parte di quella cerchia di persone a cui non possono mancare le salviette umidificate! Ovviamente in commercio ne esistono svariate e per mille usi...da quelle struccanti a quelle per l'igiene intima...da quelle per bambini a quelle per uso quotidiano in mancanza di acqua o sapone...Insomma certamente vi è un'ampia scelta, ma come al solito, se ci soffermiamo a leggere le minuscole etichette (vado in giro con la lente perchè non ci vedo più ahahahah) ci accorgiamo che gli ingredienti in esse contenute sono talmente schifosi che vien voglia di lavarsi, piuttosto, in una pozzanghera di fango!!!
Comunque, amando mettermi alla prova, ho voluto creare un liquido detergente adeguato per fare in casa le nostre belle salviette :-)
Vediamo un pò come bisogna procedere!
Innanzitutto anche in questo caso mi son servita di alcuni scarti di sapone che avevo prodotto durante l'autunno scorso e coi quali ho preparato una crema di sapone proprio come avevo fatto qui ! L'unica differenza è che stavolta ho usato il burro di Karitè al posto del burro di albicocca. Ora passiamo alla ricetta!
SALVIETTINE DETERGENTI MULTIUSO
Per questa operazione mi sono servita del Bimby solo per una questione di velocità, ma potete utilizzare qualsiasi elettrodomestico a voi favorevole per miscelare le vostre misture.
Ho versato nel boccale del Bimby 50 g di crema di sapone e vi ho aggiunto i 500 g di idrolato di Lavanda. Ho impostato il mio elettrodomestico a 30 minuti, temperatura 37°C, velocità 2.
Crema di sapone al burro di Karitè
Crema di sapone sciolta con idrolato di lavanda
Trascorsi i 30 minuti ho ottenuto questo fluido, bianco e lattiginoso, molto profumato. Ho misurato il pH ed ho corretto con acido lattico sino a farlo scendere a 7. A questo punto ho aggiunto anche l'olio essenziale di lavanda ed ho versato il tutto in una bottiglia per far riposare affinchè scomparisse del tutto la schiuma.
Fluido detergente con schiuma


Fluido detergente dopo circa un'ora
Come potete notare dalla foto in alto, la schiuma, dopo circa un'oretta è scomparsa quasi del tutto.
Nel frattempo però non sono stata con le mani in mano, anzi ho preparato le salviettine, servendomi dei comuni tovaglioli di carta stoffa grandi!
Tovagliolo di carta stoffa
Ho preso uno ad uno i tovaglioli dividendoli in quattro parti uguali
Tovagliolo ritagliato in quattro parti uguali

A questo punto, ho ripiegato su sè stessi tutti i tovagliolini così ottenuti e li ho riposti nel mio contenitore in plastica opaca per far sì che prendessero forma. 
40 salviette ripiegate nel contenitore
Fatto questo, ho capovolto il contenitore su una tovaglietta ed ho iniziato il procedimento per umidificare tutte le salviette. Innanzitutto ho versato nel contenitore un piccolo strato di fluido detergente
Strato di fluido detergente
e quindi son passata ad immergere una per una le salviettine che avevo già preparato. Man mano che notavo che si inzuppavano, pigiandole leggermente per schiacciarle (munita di guanti di lattice per facilitarmi il compito ed anche per una questione igienica), aggiungevo dell'altro fluido e quindi delle altre salviette sino ad arrivare all'orlo.
Salviette umidificate
Noterete che non vi è eccesso di fluido detergente poichè le salviette man mano lo hanno assorbito tutto. Ho chiuso il mio bel contenitore ed ho lasciato riposare per un'intera notte proprio per agevolare l'intero assorbimento di liquido.
Con 10 tovaglioli di carta stoffa ho ottenuto 40 salviettine umidificate per le quali è bastato solo la metà del fluido detergente che avevo preparato. Il latte di sapone che mi è rimasto l'ho conservato tranquillamente in bottiglia a temperatura ambiente e dopo tre settimane è ancora intatto ed integro nonchè profumatissimo.
Anche le salviette, prima di utilizzarle le ho testate...cioè...non essendoci alcun tipo di conservante ho voluto lasciarle inutilizzate per almeno tre settimane per verificare l'eventuale formazione di muffe o cambiamenti nell'odore e nel colore. NULLA! Sono intatte, profumate, idratanti e morbidissime nonostante tutti i giorni ho aperto il contenitore sapendo che la contaminazione batterica attraverso la sola aria avrebbe potuto compromettere il mio lavoro. Ma vi garantisco che non è accaduto nulla di tutto ciò che mi aspettavo!
Ovviamente a questo punto non mi rimaneva altro da fare che testarle per struccarmi...soprattutto gli occhi. Non vi dico con quale piacere l'ho fatto, perchè finalmente i miei occhi non lacrimavano. Non solo...mi sentivo la pelle morbida e vellutata al tatto e soprattutto ben detersa. Dopo l'uso ho passato sul mio viso solo un batuffolo di cotone imbevuto di idrolato di lavanda per ripulire i residui del detergente e per riequilibrare il pH fisiologico della mia pelle.
Salviette umidificate alla Lavanda
Non contenta, ho preparato anche quelle alla calendula adatte soprattutto alla detersione dei culetti dei neonati. In questo caso il pH 7 delle salviette favorisce il ripristino dell'equilibrio fisiologico della pelle delicatissima dei neonati che, si sa dopo la pipì che è molto acida si ritrovano, poverini, sempre col culetto arrossato!
Salviette umidificate alla Calendula

Insomma in casa mia fra me e Matteo ne stiamo consumando veramente a bizzeffe ed oltretutto il mio cucciolotto le sta anche utilizzando dopo le fastidiose punture di zanzara dicendomi che si sente finalmente "fresco"!
Non mi resta che augurarvi buon lavoro in attesa delle vostre sperimentazioni :-)


venerdì 5 luglio 2013

QUANDO SI INCONTRA IL FOTOVOLTAICO E LA FOTOSINTESI

Oggi lascio questo spazio ad una mia lettrice che vuole condividere con tutti noi l'amore per il nostro bel Pianeta. Ha scritto un articolo molto interessante che io vi allego e vi auguro di riflettere molto.
Buona lettura.

"La natura offre spunti meravigliosi alle nuove tecnologie. Le piante, con le loro caratteristiche uniche, riescono ad essere sempre oggetto di ricerche poiché da processi così semplici che madre natura ha creato, non possiamo che prenderne spunto continuamente.
Uno degli tanti esempi che si può citare è quello della fotosintesi, paragonandola all'energia fotovoltaica.
Il sole è una fonte di energia straordinaria e le piante vivono grazie ad esso. Allo stesso modo, anche noi "umani", abbiamo usato il sole da sempre. Assieme all'acqua, il sole, può essere decisamente considerato un elemento di vita.
Le nuove tecnologie si evolvono, ed ora è diventato ormai uso "quasi"comune poter utilizzare pannelli fotovoltaici per trasformare l'energia mandata dai raggi solari in energia elettrica, utile per utilizzarla per il fabbisogno domestico ed anche per riuscire a racimolare qualche entrata non da poco.

Ma come è possibile fare un confronto tra fotosintesi e fotovoltaico?

Le piante utilizzano il processo di fotosintesi clorofilliana, che permette loro di trasformare la luce solare in energia, attraverso un processo chimico che produce così anidride carbonica e acqua.
I pannelli fotovoltaici utilizzano l'effetto fotovoltaico, per l'appunto, che attraverso l'uso di un materiale semiconduttore (di solito il silicio) riesce a tramutare la luce del sole in energia attraverso il passaggio di elettroni.

E cosa accadrebbe se le cose si combinassero tra loro?

Nell'università di Tor Vergata è in fase di ricerca la possibilità di utilizzare la fotosintesi clorofilliana anziché le classiche celle solari al silicio. Questo potrebbe portare un enorme risparmi dell'acquisto perché il silicio è il materiale che incide sul 60% della prezzo finale del pannello. Per questo si sta cercando di imitare la fotosintesi clorofilliana per ottenere delle celle fotovoltaiche di tipo organico che possono ottenere un rendimento anche del 15 % in più rispetto le celle fotovoltaiche attuali.

Un altro studio molto importante è quello fatto dai ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology), i quali, ispirandosi al processo di fotosintesi, hanno sviluppato un sistema per immagazzinare l'energia anche quando il sole non brilla.
Questo sistema consiste nel utilizzare l'energia del sole per dividere l'acqua in idrogeno ed ossigeno, questi elementi possono essere ricombinati all'interno di una cella combustibile, creando in questo modo energia elettrica che può alimentare la propria casa di giorno e di notte.

Ma le ricerche non si fermano solo qui e sono molti altri i progetti che voglio sempre più imitare i processi naturali per apportare dei vantaggi concreti nella nostra vita quotidiana. Quindi, grazie alle piante per esistere e farci capire che ancora i processi per migliorarci sono lunghi e grazie agli studi scientifici che riescono a sfruttare al meglio i sistemi che la natura ci ha donato.

Questo articolo è un contributo di www.pvcompare.net"

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