sabato 6 luglio 2013

SALVIETTE DETERGENTI MULTIUSO ECO-BIO

Salviette detergenti alla Lavanda e alla Calendula
Chi di voi non ha mai utilizzato le salviette umidificate detergenti per struccarsi alzi la mano! Io faccio parte di quella cerchia di persone a cui non possono mancare le salviette umidificate! Ovviamente in commercio ne esistono svariate e per mille usi...da quelle struccanti a quelle per l'igiene intima...da quelle per bambini a quelle per uso quotidiano in mancanza di acqua o sapone...Insomma certamente vi è un'ampia scelta, ma come al solito, se ci soffermiamo a leggere le minuscole etichette (vado in giro con la lente perchè non ci vedo più ahahahah) ci accorgiamo che gli ingredienti in esse contenute sono talmente schifosi che vien voglia di lavarsi, piuttosto, in una pozzanghera di fango!!!
Comunque, amando mettermi alla prova, ho voluto creare un liquido detergente adeguato per fare in casa le nostre belle salviette :-)
Vediamo un pò come bisogna procedere!
Innanzitutto anche in questo caso mi son servita di alcuni scarti di sapone che avevo prodotto durante l'autunno scorso e coi quali ho preparato una crema di sapone proprio come avevo fatto qui ! L'unica differenza è che stavolta ho usato il burro di Karitè al posto del burro di albicocca. Ora passiamo alla ricetta!
SALVIETTINE DETERGENTI MULTIUSO
Per questa operazione mi sono servita del Bimby solo per una questione di velocità, ma potete utilizzare qualsiasi elettrodomestico a voi favorevole per miscelare le vostre misture.
Ho versato nel boccale del Bimby 50 g di crema di sapone e vi ho aggiunto i 500 g di idrolato di Lavanda. Ho impostato il mio elettrodomestico a 30 minuti, temperatura 37°C, velocità 2.
Crema di sapone al burro di Karitè
Crema di sapone sciolta con idrolato di lavanda
Trascorsi i 30 minuti ho ottenuto questo fluido, bianco e lattiginoso, molto profumato. Ho misurato il pH ed ho corretto con acido lattico sino a farlo scendere a 7. A questo punto ho aggiunto anche l'olio essenziale di lavanda ed ho versato il tutto in una bottiglia per far riposare affinchè scomparisse del tutto la schiuma.
Fluido detergente con schiuma


Fluido detergente dopo circa un'ora
Come potete notare dalla foto in alto, la schiuma, dopo circa un'oretta è scomparsa quasi del tutto.
Nel frattempo però non sono stata con le mani in mano, anzi ho preparato le salviettine, servendomi dei comuni tovaglioli di carta stoffa grandi!
Tovagliolo di carta stoffa
Ho preso uno ad uno i tovaglioli dividendoli in quattro parti uguali
Tovagliolo ritagliato in quattro parti uguali

A questo punto, ho ripiegato su sè stessi tutti i tovagliolini così ottenuti e li ho riposti nel mio contenitore in plastica opaca per far sì che prendessero forma. 
40 salviette ripiegate nel contenitore
Fatto questo, ho capovolto il contenitore su una tovaglietta ed ho iniziato il procedimento per umidificare tutte le salviette. Innanzitutto ho versato nel contenitore un piccolo strato di fluido detergente
Strato di fluido detergente
e quindi son passata ad immergere una per una le salviettine che avevo già preparato. Man mano che notavo che si inzuppavano, pigiandole leggermente per schiacciarle (munita di guanti di lattice per facilitarmi il compito ed anche per una questione igienica), aggiungevo dell'altro fluido e quindi delle altre salviette sino ad arrivare all'orlo.
Salviette umidificate
Noterete che non vi è eccesso di fluido detergente poichè le salviette man mano lo hanno assorbito tutto. Ho chiuso il mio bel contenitore ed ho lasciato riposare per un'intera notte proprio per agevolare l'intero assorbimento di liquido.
Con 10 tovaglioli di carta stoffa ho ottenuto 40 salviettine umidificate per le quali è bastato solo la metà del fluido detergente che avevo preparato. Il latte di sapone che mi è rimasto l'ho conservato tranquillamente in bottiglia a temperatura ambiente e dopo tre settimane è ancora intatto ed integro nonchè profumatissimo.
Anche le salviette, prima di utilizzarle le ho testate...cioè...non essendoci alcun tipo di conservante ho voluto lasciarle inutilizzate per almeno tre settimane per verificare l'eventuale formazione di muffe o cambiamenti nell'odore e nel colore. NULLA! Sono intatte, profumate, idratanti e morbidissime nonostante tutti i giorni ho aperto il contenitore sapendo che la contaminazione batterica attraverso la sola aria avrebbe potuto compromettere il mio lavoro. Ma vi garantisco che non è accaduto nulla di tutto ciò che mi aspettavo!
Ovviamente a questo punto non mi rimaneva altro da fare che testarle per struccarmi...soprattutto gli occhi. Non vi dico con quale piacere l'ho fatto, perchè finalmente i miei occhi non lacrimavano. Non solo...mi sentivo la pelle morbida e vellutata al tatto e soprattutto ben detersa. Dopo l'uso ho passato sul mio viso solo un batuffolo di cotone imbevuto di idrolato di lavanda per ripulire i residui del detergente e per riequilibrare il pH fisiologico della mia pelle.
Salviette umidificate alla Lavanda
Non contenta, ho preparato anche quelle alla calendula adatte soprattutto alla detersione dei culetti dei neonati. In questo caso il pH 7 delle salviette favorisce il ripristino dell'equilibrio fisiologico della pelle delicatissima dei neonati che, si sa dopo la pipì che è molto acida si ritrovano, poverini, sempre col culetto arrossato!
Salviette umidificate alla Calendula

Insomma in casa mia fra me e Matteo ne stiamo consumando veramente a bizzeffe ed oltretutto il mio cucciolotto le sta anche utilizzando dopo le fastidiose punture di zanzara dicendomi che si sente finalmente "fresco"!
Non mi resta che augurarvi buon lavoro in attesa delle vostre sperimentazioni :-)


venerdì 5 luglio 2013

QUANDO SI INCONTRA IL FOTOVOLTAICO E LA FOTOSINTESI

Oggi lascio questo spazio ad una mia lettrice che vuole condividere con tutti noi l'amore per il nostro bel Pianeta. Ha scritto un articolo molto interessante che io vi allego e vi auguro di riflettere molto.
Buona lettura.

"La natura offre spunti meravigliosi alle nuove tecnologie. Le piante, con le loro caratteristiche uniche, riescono ad essere sempre oggetto di ricerche poiché da processi così semplici che madre natura ha creato, non possiamo che prenderne spunto continuamente.
Uno degli tanti esempi che si può citare è quello della fotosintesi, paragonandola all'energia fotovoltaica.
Il sole è una fonte di energia straordinaria e le piante vivono grazie ad esso. Allo stesso modo, anche noi "umani", abbiamo usato il sole da sempre. Assieme all'acqua, il sole, può essere decisamente considerato un elemento di vita.
Le nuove tecnologie si evolvono, ed ora è diventato ormai uso "quasi"comune poter utilizzare pannelli fotovoltaici per trasformare l'energia mandata dai raggi solari in energia elettrica, utile per utilizzarla per il fabbisogno domestico ed anche per riuscire a racimolare qualche entrata non da poco.

Ma come è possibile fare un confronto tra fotosintesi e fotovoltaico?

Le piante utilizzano il processo di fotosintesi clorofilliana, che permette loro di trasformare la luce solare in energia, attraverso un processo chimico che produce così anidride carbonica e acqua.
I pannelli fotovoltaici utilizzano l'effetto fotovoltaico, per l'appunto, che attraverso l'uso di un materiale semiconduttore (di solito il silicio) riesce a tramutare la luce del sole in energia attraverso il passaggio di elettroni.

E cosa accadrebbe se le cose si combinassero tra loro?

Nell'università di Tor Vergata è in fase di ricerca la possibilità di utilizzare la fotosintesi clorofilliana anziché le classiche celle solari al silicio. Questo potrebbe portare un enorme risparmi dell'acquisto perché il silicio è il materiale che incide sul 60% della prezzo finale del pannello. Per questo si sta cercando di imitare la fotosintesi clorofilliana per ottenere delle celle fotovoltaiche di tipo organico che possono ottenere un rendimento anche del 15 % in più rispetto le celle fotovoltaiche attuali.

Un altro studio molto importante è quello fatto dai ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology), i quali, ispirandosi al processo di fotosintesi, hanno sviluppato un sistema per immagazzinare l'energia anche quando il sole non brilla.
Questo sistema consiste nel utilizzare l'energia del sole per dividere l'acqua in idrogeno ed ossigeno, questi elementi possono essere ricombinati all'interno di una cella combustibile, creando in questo modo energia elettrica che può alimentare la propria casa di giorno e di notte.

Ma le ricerche non si fermano solo qui e sono molti altri i progetti che voglio sempre più imitare i processi naturali per apportare dei vantaggi concreti nella nostra vita quotidiana. Quindi, grazie alle piante per esistere e farci capire che ancora i processi per migliorarci sono lunghi e grazie agli studi scientifici che riescono a sfruttare al meglio i sistemi che la natura ci ha donato.

Questo articolo è un contributo di www.pvcompare.net"

Licenza CreativeCommons

Licenza Creative Commons
Questa opera di Lalla è concessa in licenza sotto la Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
Basata su un lavoro di impatiens-magicanatura.blogspot.com.
Permessi oltre lo scopo di questa licenza possono essere disponibili presso http://creativecommons.org/.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...