venerdì 26 aprile 2013

IL LILLA'

Fiori di Lillà
Il Lillà, Syringa vulgaris L., appartiene alla famiglia delle Oleacee ed il suo periodo balsamico è Aprile-Maggio secondo le regioni in cui cresce.La sua fioritura dura appena due settimane ed il suo profumo si sente anche a qualche metro di distanza. E' una pianta utilizzata soprattutto per scopi ornamentali, ma in passato aveva una bella tradizione fitoterapica grazie alle sue molteplici proprietà curative. Infatti, della Syringa vulgaris si utilizzava tutto: corteccia, foglie e fiori.
Il decotto di corteccia ricco di glucoside siringosie era usato in casi di stati febbrili prolungati poichè è un ottimo antifebbrifugo. Le foglie, invece, sono ricche di vitamina C ed il loro infuso risulta essere astringente ed antinfiammatorio, oltre che un digestivo. Con i fiori di Lillà si preparavano non solo profumi, ma anche un oleolito da massaggio per combattere reumatismi e dolori.
Oggi giorno il Lillà è ampiamente utilizzato in profumeria per il suo delicatissimo profumo che si ricava dall'olio essenziale estratto dai suoi fiori attraverso l'antico metodo dell'enfleurage. E' un olio costosissimo come tutti gli assoluti e le concrete ricavate mediante enfleurage. In cosmetica, invece vengono sfruttati i gemmoderivati dei fiori di Lillà che hanno notevoli proprietà di potenziare l'autoriparazione della pelle. Non a caso nel linguaggio dei fiori il Lillà sta ad indicare la giovinezza.
Non è difficile trovare il Lillà nel nostro territorio, quindi perchè non approfittare delle sue proprietà per ricavare in casa i vari estratti che andremo ad usare nei nostri cosmetici?
Innanzi tutto cogliamo sia i fiori che le foglie con qualche rametto nodoso, ossia pieno di nuove gemme.
Foglie e fiori di Lillà
Ora possiamo passare a preparare qualche macerato.
OLEOLITO DI FIORI DI LILLA'
Disponete i piccoli grappoli di fiori freschi in un vasetto di vetro
Fiori di Lillà
ricoprite di olio addizionandolo di un 10% di oleolito di benzoino che servirà a fissarne il profumo oltre che a preservare l'olio da irrancidimento.
Oleolito di fiori di Lillà
Chiudete il barattolo e riponetelo al buio e lontano da qualsiasi fonte di calore. Fate macerare per 15 giorni, scuotendo quotidianamente il contenitore e poi filtrate lasciando decantare per un'intera notte l'olio. Passate dunque a travasarlo in bottiglietta scura e ad etichettarlo.
Quest'oleolito oltre che gradevole per massaggi dopo una giornata faticosa è anche molto indicato per alleviare i dolori alle gambe causati magari dal lavoro in piedi oppure al contrario dalla sedentarietà o anche dopo lo sport. Si aggiunge quindi volentieri in tutte quelle formulazioni per gambe affaticate e doloranti. Ovviamente non si escludono a tale scopo gli altri arti, perchè ci sono molte persone che usano tantissimo le braccia o le mani per lavorare, quindi non esitate ad utilizzare questo oleolito nelle creme corpo.

ESTRATTO IDROGLICERINATO DI FOGLIE DI LILLA'
Ripulite una ad una le foglie con un batuffolo di cotone asciutto per asportare l'eventuale polvere.
Foglie di Lillà 
Pesatene 10 g e sminuzzatele con le mani ponendole poi in un barattolo. Nel frattempo pesate anche 50 g di acqua distillata e 50 g di glicerina vegetale, mescolate e ricoprite le vostre foglie
Estratto idroglicerinato di foglie di Lillà
Chiudete ermeticamente il barattolino e conservatelo al buio ed in luogo fresco per almeno 10 giorni scuotendo il contenitore quotidianamente. Filtrate l'estratto e conservatelo come al solito in bottigliette scure etichettandole.
Questo estratto è particolarmente indicato per preparazioni che abbiano il fine di attenuare le infiammazioni dovute all'acne di qualsiasi natura. E' un antinfiammatorio naturale, analgesico o antalgico, antisettico e astringente. La vitamina C contenuta nelle foglie di Lillà favorisce anche la depigmentazione di quelle antiestetiche macchioline scure che solitamente l'acne lascia dopo la guarigione, per cui tale estratto è soprattutto indicato in prodotti per la cura del  viso.
GEMMODERIVATO DI LILLA'
Per tale estratto ci servono 10 g di rametti fioriti e freschi ricchi di nuove gemme, 50 g di glicerina e 50 g di alcool a 65°(67,7 ml di alcool buongusto a 95° e 32, 3 ml di acqua distillata). Ponete tutto in un barattolo e chiudete ermeticamente lasciando macerare per 3 settimane in luogo fresco e buio. Trascorso il tempo di macerazione, filtrate ed al liquido ottenuto aggiungete 20 g di acqua distillata, 30 g di alcool puro e 50 g di glicerina vegetale. Inflaconate ed etichettate (la mia macchinetta fotografica mi ha momentaneamente abbandonata, per cui perdonatemi se non c'è una foto di tale preparazione, ma spero di essere chiara nella descrizione).
Come ho già accennato, il gemmoderivato del Lillà è indicatissimo per combattere i radicali liberi e quindi per aiutare la nostra pelle ad "autoripararsi". Ottimo in tutte quelle formulazioni per la cura della pelle matura, stanca, affaticata e senza tono.
Credo di aver detto tutto, ma se qualcosa mi è sfuggita non esitate a farmelo notare.
Vi auguro buon lavoro e buon weekend

sabato 20 aprile 2013

AMMORBIDENTE PER LAVATRICE

Il mio cucciolotto si lamenta sempre che i suoi panni non profumano come quelli dei suoi compagni di scuola. Mi consola che non sia l'unico a lamentarsi di questo, poichè in ogni famiglia dove si utilizza il sapone auto prodotto per lavare i panni c'è sempre qualcuno che lagna la mancanza di profumo sui propri vestiti.
Indubbiamente l'aceto o la soluzione con acido citrico come ammorbidenti non hanno nulla da invidiare ad altri prodotti, ma per quanto possano essere addizionati di oli essenziali o fragranze, dopo il lavaggio in lavatrice le essenze si perdono nell'aria lasciando i panni profumati solo di pulito ma non di odori particolarmente persistenti. Ammetto che la richiesta da parte di Matteo mi ha messa un pò in difficoltà, tanto che ho iniziato a cercare per negozi un buon ammorbidente che avesse un INCI accettabile, finchè non mi sono imbattuta in uno (di cui purtroppo non ricordo neanche più il nome) dove in etichetta c'era solo scritto: Acqua, Acido citrico, Esterquat, profumo!
Non potevo credere ai miei occhi....un ammorbidente interamente ecologico e con bollini tutti verdi!!!! Ovviamente non l'ho acquistato perchè quei semplici ingredienti sono già tra le materie prime che posseggo quindi di corsa son rientrata a casa a preparare subito il mio ammorbidente.
L'esterquat che ho utilizzato a tale scopo è quello che ho acquistato da Dadalindo con cui avevo già preparato un balsamo per capelli eccezionale, quindi mi son detta e prchè non utilizzarlo anche per fare l'ammorbidente?
Dehyquart C4046  (Esterquat)
AMMORBIDENTE PER LAVATRICE
  • 1,5 L di acqua distillata
  • 225 g di acido citrico
  • 50 g di Dehyquart C4046 (Esterquat)
  • 30 ml fragranza di albicocca
  • 1 bustina di colore alimentare in polvere giallo
  • 10 gtt di colore alimentare rosso liquido
Ho sciolto dapprima l'acido citrico nell'acqua e quando non vi erano più residui sul fondo del bicchiere ho travasato l'intera soluzione nel boccale del Bimby. Ho aggiunto il Dehyquart, la polvere colorante ed le gocce coloranti ed ho impostato il mio elettrodomestico a 50°C, per 10 minuti a velocità 4.
Trascorsi i minuti occorrenti, l'emulsione era già pronta, quindi a questo punto ho aggiunto la fragranza ed ho mescolato per 10 secondi sempre a velocità 4.
Ho atteso che si raffreddasse ed ho travasato in un classico flacone opportunamente riciclato
Ammorbidente
Il profumo è delizioso perchè l'albicocca è uno dei frutti preferiti di Matteo e poi anche la consistenza è spettacolare....somiglia proprio agli ammorbidenti commerciali
Consistenza fluida/cremosa
Ovviamente l'ho subito testato e......incredibilmente appena ho aperto l'oblò della lavatrice sono stata "inondata" dal profumo, ma il test è stato superato a pieni voti solo dopo l'asciugatura dei panni che sono rimasti profumatissimi e morbidi :-)
Anche stavolta sono super felice del risultato ottenuto ed anche perchè ho accontentato il mio piccolo Matteo che così potrà vantarsi coi suoi compagni di scuola del profumo che sprigionano i suoi abiti.


domenica 14 aprile 2013

ESTRATTO DI INULINA FATTO IN CASA

Un'altra materia prima che spesso utilizziamo per creare i nostri prodotti cosmetici è certamente l'inulina, uno zucchero caratterizzato dalla presenza di fruttosiliche legate al fruttosio.
Questa fibra viene estratta da molte piante, in particolar modo da quelle appartenenti alla famiglia delle Asteraceae, come la Cicoria, il Tarassaco, il Topinambur, la Bardana, la Cipolla, la Dalia, l'Agave ecc. ecc., utilizzata sia in alimentazione che in prodotti cosmetici.
Nei cosmetici, l'inulina ha la proprietà di essere idratante ed ammorbidente naturale, particolarmente apprezzata nei prodotti per la cura dei capelli come shampoo, balsamo, maschere poichè conferisce un tocco setoso dovuto alla presenza di acqua che tale fibra è in grado di trattenere.
In commercio la si trova sotto forma di polvere bianca che può essere diluita in acqua calda ed aggiunta quindi nelle nostre preparazioni, ma non è detto che non possiamo ricavarla anche in casa, data la mole di piante che crescono allo stato selvatico e che la contengono in altissime percentuali. Le parti vegetali da sfruttare per tale operazione sono certamente le radici ed i tuberi o bulbi i quali vanno raccolti in autunno-inverno oppure in primavera prima della fioritura, successivamente vanno ben lavati, pelati ed essiccati.
Personalmente ho sfruttato le radici di Tarassaco ed i tuberi di Topinambur per estrarre l'inulina.
Fiori di Tarassaco

Tuberi di Topinambur
I tuberi di Topinambur sono molto simili alle patate anche se si presentano con molti più "nodi". Ricchissimi di inulina, ma carenti di amido sono comunque tra i vegetali più sfruttati per ricavare questa preziosa sostanza. Basta interrarne uno che immediatamente spunta la piantina che cresce a vista d'occhio donando dei fiorellini gialli, ma è una pianta "invadente" in quanto sviluppa immediatamente le radici formando così altri tuberi dai quali nascono nuove piante, quindi bisogna stare attenti ai luoghi dove si coltivano.
Le radici di Tarassaco, invece, si presentano sotto forma di lunghi fittoni e, come ho detto prima, vanno raccolte o durante l'autunno-inverno, oppure in primavera prima della fioritura. Vanno lavate sotto acqua fredda per togliere qualsiasi traccia di terra e poi tamponate leggermente con uno strofinaccio di cotone. A questo punto si pelano e si tagliuzzano finemente per poter essere essiccate.
Radici di Tarassaco
Certo rispetto al Topinambur, il Tarassaco dà meno soddisfazioni in quanto a peso, ma non per questo mi sono arresa! Dopo aver essiccato le radici le ho ridotte in polvere col macinino da caffè ricavandone solo 20 g!
Radici di Tarassaco polverizzate
A questo punto è iniziato il vero esperimento! In un barattolo ho posto la polvere e l'ho umettata con 10 g di alcool a 60°
Polvere di radici umettata con alcool
Ho chiuso il barattolo e l'ho posto al buio a macerare per 12 ore. Trascorso il tempo ho iniziato a preparare la strumentazione, molto rudimentale per ricavare un percolatore adoperando una bottiglietta di plastica di quelle fornite di beccuccio antigoccia. Ho tagliato il fondo della bottiglietta e l'ho capovolta,
Strumentazione "casalinga"
 ho inserito al suo interno un tampone di cotone idrofilo alto circa 3/4 cm poi sul tampone ci ho versato un sottile strato di sabbia lavata dopo di che ho iniziato ad aggiungere la polvere di radici umettata pian piano, pressandola leggermente.
Polvere umettata
Sopra la "droga" ho posto un dischetto di carta filtro (ritagliata dai filtri di caffè)
Dischetto di carta filtro
sul quale ci ho messo uno di quei dischetti forati che servono per tenere le erbe sul fondo dei contenitori quando si pongono a macerare con dei liquidi.

Dischetto di carta tenuto pigiato dal dischetto forato
Percolatore pronto
Ora che tutto è pronto si passa alla fase della macerazione preventiva che consiste nell'aggiungere circa 2-3 centimetri di soluzione alcolica a 60° sulla "droga". Si apre il beccuccio della bottiglietta e si attende che il liquido inizi a scolare.
Prime gocce di liquido
Dopo che le prime gocce di liquido iniziano a scolare, si richiude il tappino e si lascia riposare il tutto per 24 ore. Nel frattempo la prima soluzione si mette in un barattolo chiuso ermeticamente.
Percolatore a riposo per 24 ore
Trascorse le 24 ore al buio si passa alla fase della percolazione vera e propria. Si riapre il tappino della bottiglietta e si aggiunge il solvente sulla droga per tenerla continuamente coperta e 
Inizio della percolazione
si attende l'esaurimento della droga che avviene quando il liquido percolato è chiaramente una soluzione incolore ed inodore.
Estratto fluido
Man mano che il liquido scendeva travasavo in un altro barattolo altrimenti il beccuccio della bottiglietta andava ad immergersi nella soluzione.
Percolato finale
Finito l'intero procedimento di percolazione ho posto il mio barattolino aperto nella yogurtiera per ben 5 giorni al buio totale
Yogurtiera con estratto fluido
e cioè sino a che il solvente è quasi evaporato del tutto. Infatti inizialmente il percolato misurava circa 200 ml, ma al termine dei 5 giorni si era concentrato a soli 20 ml, lasciandomi un liquido inodore con qualche sedimento sul fondo che per eliminarlo ho filtrato normalmente con filtro di carta per caffè.
Estratto fluido di inulina

Nonostante la resa sia stata minima sono completamente soddisfatta del risultato perchè partendo da questo piccolo esperimento so che posso procedere con tanti altri dove adopererò certamente più droga per ottenere maggiori quantitativi, infatti ho già essiccato e polverizzato i tuberi di tominambur dai quali conto di ricavare almeno 100 ml di estratto fluido di inulina.

Licenza CreativeCommons

Licenza Creative Commons
Questa opera di Lalla è concessa in licenza sotto la Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
Basata su un lavoro di impatiens-magicanatura.blogspot.com.
Permessi oltre lo scopo di questa licenza possono essere disponibili presso http://creativecommons.org/.
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